Negli ultimi
anni un’accresciuta domanda, una più evoluta sensibilità, una
tecnologia più efficiente, unitamente ad altri fattori concomitanti,
hanno reso attuale il discorso delle possibilità per i disabili di avere
accesso ai servizi di informazione e lettura.
Una recente
ricerca ha censito in Italia una quarantina di strutture bibliotecarie
attrezzate con ausili che consentono a ciechi, ipovedenti e disabili
motori di frequentarle con profitto. E continuano a giungere notizie di
amministrazioni che stanno intraprendendo le iniziative necessarie a
dotarsi di strutture analoghe nel prossimo futuro.
Non ci sono
invece dati omogenei sulla risposta dell’utenza; il che rende opportuno
un confronto di idee fra amministratori e operatori, da un lato, e utenti,
dall’altro, nell’intento di verificare le ragioni di successi o
insuccessi.
Il rischio
da scongiurare è quello di pensare che, affidando tutto il problema alla
tecnologia, si inverta rapidamente il trend di esclusione dei disabili
dall’informazione e dalla cultura. Ci sono evidentemente discorsi da
fare sugli ausili e sulle opportunità che consentono; ma c’è
soprattutto da animare il tessuto sociale attorno al disabile: la scuola,
in primo luogo, dove egli si forma insieme a coetanei con i quali può
senz’altro condividere la passione per la tecnologia e l’informatica;
in seguito il luogo di lavoro, che presumibilmente gli richiederà un
continuo aggiornamento e adattamento.
Nel Workshop
ci si interrogherà sul come biblioteche e mediateche possono farsi trovar
pronte all’incontro con la disabilità e su come possono rendere
fruibili le loro risorse.
Sono
previsti gli interventi delle persone sottoelencate, ma si chiede anche
agli altri partecipanti un ruolo attivo. Infatti sono state invitate le
persone e le strutture che conosciamo, ma sappiamo che in Italia ne
esistono altre che stanno lavorando per lo stesso obiettivo e con cui
speriamo di venire in contatto in futuro.