Seminario a tema
“L’azienda apprende”

 

Pietro Dagnino - Key Executive per le persone disabili - IBM Italia

"L'integrazione come risorsa."


Buon pomeriggio a tutti. Spendo qualche minuto per presentarmi, anche per poter inquadrare nell'ambito IBM il mio ruolo. Io mi occupo di sviluppo di business quindi diciamo che la mia occupazione principale è proprio quella di fare in modo che la nostra Società sviluppi il suo business; in particolare mi occupo di operazioni complesse, quali joint - ventures, eventuali cessioni , acquisizioni aziendali, creazione di valore nell'ambito di contratti complessi. 

In aggiunta a questa mia attività di base ho preso da circa un anno una nuova responsabilità che ho ereditato da un collega che è andato in pensione: quella di focal point delle persone con disabilità. Questo lo dico perché credo che siamo, come Società IBM, assolutamente allineati con quello che diceva prima di me il prof. Zamagni, cioè in questa funzione si vuole una persona che ha come cultura la cultura dello sviluppo dell'azienda. E questo perchè le persone con disabilità devono far parte dello sviluppo dell'azienda e considerate opportunità in tal direzione.

Per quanto mi rigurada ho anche fatto per 2 anni il direttore del personale in passato, ho poi trascorso diversi anni all'estero sempre con responsabilità di business per diversi paesi Europei e in America. Diciamo in ogni modo che non si vuole avere in questa funzione un Direttore del Personale in quanto i Dir.del Pers. , per loro natura, hanno già a che fare con problematiche affini. Cioè sono comunque nel giro.

Dico subito che io mi sono sento una persona fortunata perché IBM ha sempre cercato di fare molto in quest'area, persone con disabilità, e quindi ho ereditato una situazione molto positiva grazie al lavoro fatto dai miei colleghi e anche uno splendido team con cui sto collaborando che ha persone all'interno di diverse funzioni aziendali . All'inizio di questa mia nuova responsabilità , nel 2005, ho sentito il bisogno di capire lo stato, diciamo così, di soddisfazione di queste persone che hanno le disabilità più varie, molte anche gravi; e siccome nelle ultime indagini che avevamo fatto non eravamo riusciti ad avere un quadro chiaro delle priorità, abbiamo adottato una nuova forma rispetto al passato : i cosidetti " focus groups ". Ne abbiamo fatto prima due con i manager di persone disabili e poi altri due con i disabili stessi in maniera tale da raccogliere direttamente una serie di informazioni; sostanzialmente le aree su cui abbiamo lavorato erano l'area dei problemi di accessibilità fisica perché ci sono sempre; accessibilità logica, quindi tutto quello che ha a che fare con il mondo Informatico ; e poi la soddisfazione nel lavoro, quindi il contenuto dell'attuale lavoro, il livello di eventuali gratificazioni ottenute, le prospettive di crescita di sviluppo all'interno dell'azienda.

Siamo stati in questo, e continuiamo ad essere, assistiti dalla Fondazione Asphi e questo è molto importante. Asphi e IBM collaborano da sempre direi, da quando Asphi esiste anche perché IBM è uno dei soci fondatori e devo dire che questo mi ha aiutato molto in questi incontri. Non vi nascondo che, mentre l'incontro con i manager era visto da tutti come una cosa estremamente utile e produttiva, quello coi diretti interessati non aveva da parte di tutti un convinto supporto. Io l'ho voluto portare avanti e devo dire che alla fine si è rivelato estremamente positivo. I diretti interessati hanno gradito questo tipo di modo di comunicare, di condividere. In particolare sono state due riunioni con i manager una a Milano, l'altra a Roma con circa 10-15 persone e altrettanto con i diretti interessati sempre su Milano e su Roma. Fare il primo incontro con i manager era giustificato dal fatto che vi era anche l'obiettivo di informare. Abbiamo individuato una serie di problematiche, adesso è chiaro che la mia credibilità si gioca sul terreno anche di poi indirizzarle con delle azioni molte precise: si tratta di problematiche che vanno da percorsi da mettere a posto per persone non vedenti a barriere architettoniche da eliminare per le carrozzine, alla mensa che doveva essere predisposta meglio e a problemi di sicurezza emersi quando facciamo le prove di evacuazione. Siamo poi passati a problemi di contenuti di lavoro; ecco in quest'ambito ho raccolto una informazione molto positiva: su circa 23-24 persone diretti interessati che sono state coinvolte, solo in 4-5 casi abbiamo avuto problemi di non soddisfazione per il contenuto del lavoro o in relazione alle prospettive. Problemi di non soddisfazione che io ho indirizzato parlandone con i capi, in funzione di quelle che erano state le lamentele, per altro tutte molto costruttive. Devo dirvi che ho trovato sempre e comunque un denominatore comune positivo che era quello di voler costruire qualcosa. Poi si è trattato di poter intervenire in casi di persone che facevano dei lavori che ormai all'interno della società stavano perdendo di interesse e cercare di muoversi su percorsi nuovi più coinvolgenti. C'è da parte della popolazione manageriale, ma credo che sia umano, e ogni tanto anche da parte dei diretti interessati, come loro stessi ammettono, c'è ancora della prevenzione, una prevenzione che bisogna abbattere: io ho alcuni leader tra i personaggi disabili in azienda che sono i primi a portare avanti questi discorsi. Questa prevenzione porta spesso il management a non voler rischiare a far fare certe attività a queste persone, che invece poi opportunamente supportate e incoraggiate arrivano a ottimi risultati. Quindi sicuramente questi incontri hanno da un lato contribuito a lavorare sulla popolazione manageriale, dall'altro sui diretti interessati per cercare proprio di valorizzare meglio il potenziale che esiste. Tra l'altro noi in IBM abbiamo iniziato anche a fare dei corsi per lo sviluppo di alti potenziali in relazione a persone con disabilità , questa è una novità degli ultimi 2-3 anni; per questi temi il paese più avanti è l'Inghilterra, ma sicuramente questa è una strada che anche noi in Italia vogliamo perseguire.

Sto poi portando avanti l'iniziativa di avere un punto, una funzione sola di riferimento per i disabili che nel nostro caso sarà la funzione che sviluppa e mette a disposizione quella che noi chiamiamo " assistive technology " in maniera tale che il capo o la persona con la disabilità si possa rivolgere a loro informando me e la responsabile della "diversity" in azienda , garantendo poi di interfacciare la funzione che deve essere coinvolta per questo tipo di problema. Questo fatto è emerso come necessità anche in questi "focus groups" che abbiamo condotto e lo stiamo portando avanti per poter avere anche da questo punto di vista una semplificazione aziendale organizzativa che penso sia estremamente efficace.

Molto velocemente credo di avere qualche minuto ancora, ecco qualche mia attività in aggiunta a questa azione diretta: sto seguendo alcuni altri progetti, in particolare ne cito uno che però domani verrà spiegato un po' più in dettaglio da Francesco Levantini, un nostro dipendente non vedente, che sta lavorando su questo mobile wireless accessibility ( MWA) dove tra l'altro l'Europa è avanti nel mondo grazie al fatto di avere delle distanze geografiche meno vaste degli Stati Uniti e una tecnologia telecomunicativa piu' evoluta. Partiremo con 10 persone su uno strumento: un piccolo terminale che converte tutte le informazioni siano di posta, di qualunque natura ecc. da informazione scritta a informazione parlata evidentemente rendendo possibile per il disabile il fatto di essere mobile. Allora se pensate alle prospettive che abbiamo anche come sviluppo delle nostra economia questo strumento una volta messo a punto può diventare veramente uno strumento che fa cambiare di un ordine di grandezza la capacità di contribuire all'azienda. Da tener presente che noi stiamo creando un prototipo ed è l'Italia che è leader in questo momento all'interno dell'IBM su questa iniziativa; stiamo coinvolgendo i nostri laboratori con l'idea poi di farlo diventare un prodotto di carattere internazionale . Siamo appena agli inizi ma c'è un gruppo che ha grande capacità e soprattutto grande entusiasmo.

Ci sono poi alcuni altri progetti, ne cito solo uno che riguarda l'università di Bologna: l'IBM ha messo a punto delle tecnologie software che aiutano a migliorare le lezioni universitarie per il rapporto sia con non vedenti che non udenti , e noi stiamo lavorando con l'università di Bologna per una certificazione in questo ambito.

Questo è un altro passo avanti importante per rendere l'apprendimento più facile a queste persone.

Chiudo semplicemente con un'annotazione di natura umana, mi rivolgo e mi richiamo un attimo all'intervento del prof. Zamagni. Non c'è dubbio che la via per andare avanti è proprio quella di aiutare l'integrazione di queste persone, sviluppandole con lo sviluppo dell'azienda stessa. Sapete da chi ho avuto io la conferma .....dalle persone stesse che hanno le disabilità , perché ho trovato veramente comune a tutti una grande fierezza , una voglia di costruire , di combattere e di superare gli svantaggi notevolissima e questa, secondo me, è la conferma più bella per poter dire che questa è la direzione giusta. Grazie.

 

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