Seminario a tema
“L’azienda apprende”

 

Chiara D'Angelo - Direzione centrale Formazione e sviluppo competenze - INPS

"Valorizzare le competenze dei collaboratori disabili: un modello."


Buon pomeriggio a tutti, io voglio innanzitutto ringraziare la Fondazione Asphi per la collaborazione che fino a oggi ci ha assicurato in questo percorso, in questo nostro percorso, in questo percorso che l'Istituto, che è l'Inps, ha fatto nel mondo della disabilità e anche per questa grande opportunità che ci ha dato oggi di venire a raccontare la nostra esperienza.

Prima di entrare nello specifico sul tema di questo incontro, io vorrei dare soltanto qualche dato che è significativo dell'Istituto e che ci permetterà di conoscere, di contestualizzare un pochino di più questa esperienza sulla valorizzazione delle competenze dei disabili e sull'integrazione che noi stiamo sviluppando al nostro interno. Allora, l'Inps, come sapete, è il più grande ente previdenziale italiano, è una delle più importanti istituzioni pubbliche del paese nell'ambito del welfare e della sicurezza sociale; offre servizi in tema di previdenza e assistenza a oltre 40 milioni di utenti, 13 milioni e mezzo di pensionati, 25 milioni di assicurati se pensiamo ai lavoratori dipendenti e para subordinati, agricoli, autonomi e altro. Un milione e mezzo di aziende, 10 milioni di utenze che sono state attivate presso i comuni per i servizi di cooperazione, 5 mila utenze attive presso i patronati per i servizi telematici in collegamento, 4 mila e 500 utenze presso i caaf e 15 mila utenze per i consulenti del lavoro. L'Ente è collegato telematicamente con tutta la P.A. centrale e locale, con tutta la pubblica amministrazione, con banche, con poste, con camere di commercio, con associazioni di categorie, con patronati, con centri di assistenza fiscale, con consulenti del lavoro, con Regioni, con Comuni e altri. Trasmette telematicamente a poste e istituti bancari oltre 180 milioni di mandati di pagamento l'anno e ha una struttura diffusa in modo capillare sul territorio. Abbiamo una direzione generale, 20 direzioni regionali, 153 direzioni provinciali, cioè presso i capoluoghi di provincia, 343 agenzie di produzione, quindi nei comuni, quindi come punto più avanzato e più vicino all'utenza e 100 consolati.

Ora, per rispondere con efficienza, economicità e qualità dei servizi ai singoli cittadini e a tutta la collettività, l'Inps si è dotato, non solo di questa struttura decentrata, ma di un sistema informatico e telematico molto avanzato, di un sistema organizzativo e gestionale mutuato dal mondo di impresa più avanzato. Quindi, vi rendete conto che è un ente complesso, è un ente complesso per le dimensioni che ha e per i servizi che offre e si muove in un contesto di continuo cambiamento, quindi si muove in un complesso, in un contesto altamente complesso. Il punto cardine dell'organizzazione dell'Istituto è costituito da circa 35 mila dipendenti quindi anche questo fa la complessità dell'Istituto. Questi 35 mila dipendenti sono inseriti in un sistema professionale che è caratterizzato oggi da una netta prevalenza dell'area del funzionariato, quindi l'85% della popolazione dell'Istituto è nell'area C, è nella fascia C. Nell'arco degli ultimi 25 anni l'Istituto ha mirato a sviluppare una politica centrata sulla valorizzazione delle persone, quindi ha posto molto l'attenzione sulle persone. In questa direzione è stata sviluppata una politica della formazione e della qualificazione professionale del personale a tutti i livelli, finalizzata a creare, a favorire processi di cambiamento per sviluppare competenze nuove e competenze necessarie per affrontare grossi mutamenti strutturali, organizzativi e gestionali. E quindi nel tempo si è attuato un grosso e forte investimento in formazione fino ad arrivare per tutto il personale ad una formazione permanente, ad una formazione diffusa e capillare su tutto il territorio nazionale. Questa formazione è stata mirata soprattutto allo sviluppo del capitale intellettuale ed è il capitale intellettuale a costituire la vera ricchezza dell'ente. Per fare tutto questo, l'ente ha investito quindi in formazione, investito sia in termini finanziari che in termini economici e si è dotato di una struttura della formazione, cioè di una organizzazione della formazione, di una rete di persone che si muove, che è presente su tutto il territorio e che assicura lo sviluppo professionale dei dipendenti, quindi l'attenzione è stata sempre più focalizzata sulla persona come portatrice di valore e in questo senso si è parallelamente sviluppata anche la cultura della pari opportunità sia intesa tradizionalmente come pari opportunità uomo-donna, sia sul versante dello svantaggio, quindi comprendendo anche i disabili in questo percorso di valorizzazione. Ecco, questa sensibilità dell'Istituto alla questione delle pari opportunità è cominciata nel '90 con l'istituzione del comitato per le pari opportunità uomo-donna, nel 2001 è stato invece istituito un progetto nazionale per l'attuazione delle politiche generali sulla disabilità e questo per dare attuazione alla legge del '99 sull'integrazione, sul lavoro dei disabili. Questo progetto si pone un obiettivo di particolare significatività e rilevanza sociale e cioè facilitare la piena integrazione dei lavoratori disabili, nei contesti dei lavori dell'Istituto e a questo scopo è stato previsto uno specifico programma di interventi che porti a realizzare delle linee guida per l'integrazione dei disabili in maniera tale da riuscire a individuare quelle che sono le esigenze di questi lavoratori e a valutarne l'impatto nell'ambiente e ad attuarne gli obiettivi. Il piano operativo che è stato attuato a seguito di questo progetto, ha visto nell'anno 2002 la realizzazione di un censimento di questi lavoratori e questo è stato un passo importantissimo perché ha permesso di fare una ricognizione sicura della collocazione di questo personale sia per sede di lavoro che per posizione di lavoro, per tipologia e per grado di infermità. Quindi oggi abbiamo una situazione certa di dove sono queste persone e che cosa fanno e che infermità hanno. Nell'ambito di tutta questa popolazione di disabili che è dipendente dell'Istituto e che è distribuita su tutto il territorio nazionale, sono stati individuati i disabili sensoriali e nei loro confronti è stato disegnato questo progetto di alfabetizzazione informatica.

Da questa prima rilevazione si è pensato allora di dare subito un segnale concreto di attenzione a queste persone e quindi è stato disegnato un progetto di formazione come formazione di alfabetizzazione informatica. L'obiettivo è stato quello di mettere questi disabili in condizione di partecipare a tutti gli effetti ad un'attività formativa al pari del restante personale con una strumentazione adeguata in maniera tale da poterne favorire attraverso lo sviluppo delle conoscenze, una consapevole integrazione nel ruolo e di consentire loro di utilizzare tutti gli strumenti produttivi che l'Istituto mette a loro disposizione. In questo modo quindi, abbiamo voluto porre le basi per assicurare a questo personale pari opportunità di integrazione lavorativa e la crescita professionale tramite l'acquisizione di nuove competenze finalizzate anche a una possibile riconfigurazione funzionale del ruolo svolto. La scelta di indirizzare la formazione ai disabili sensoriali, quindi non vedenti, ipovedenti e disabili uditivi è dovuta al fatto che sono proprio queste categorie di persone che hanno poi difficoltà ad essere inserite in aule di formazione e quindi molto spesso la formazione per loro è preclusa, proprio per la difficoltà di utilizzare i normali canali sensoriali, cosa che invece non avviene per i disabili motori e quindi anche per questo la formazione, il progetto di formazione si è concentrato su di loro perché sono quelli che tradizionalmente vengono esclusi da attività di formazione. A questo punto, fatta la scelta, è stato messo a punto un progetto di formazione, che io dico di tipo innovativo insieme con la collaborazione della Fondazione Asphi. La Fondazione Asphi ha messo a disposizione dell'Istituto tutto il suo patrimonio di conoscenze, esperienze e abilità e noi siamo stati bravi ad apprendere tante cose da loro. Il piano formativo si è mosso praticamente su due linee fondamentali, su due direttrici: da una parte sviluppare le professionalità necessarie per assicurare una formazione continua, dall'altra realizzare corsi di alfabetizzazione informatica per rendere accessibile la strumentazione telematica ai disabili. L'innovatività del progetto sta nel fatto che la strategia che l'Istituto ha scelto è stata quella di investire preliminarmente sulla propria rete interna di formatori, quindi i formatori dell'Istituto sono stati preparati in merito alle problematiche connesse con la disabilità e con riguardo all'aggiornamento informatico rivolto ai disabili sensoriali. In questo modo quindi, l'Istituto ha voluto sviluppare una competenza, anzi una conoscenza e una competenza interna propria per poter avere al proprio interno delle strutture formate e in grado di realizzare poi autonomamente formazione nei confronti dei disabili. Quindi è questo l'obiettivo era quello di avere delle strutture che potessero poi garantire una formazione continua, quindi non ci interessava tanto fare un'esperienza limitata nel tempo, ma porre le basi per uno sviluppo futuro. La modalità che è stata scelta è stata quella di fare non soltanto formazione teorica, ma fare anche un addestramento e quindi i formatori prima hanno partecipato ad un modello di formazione teorica in aula e poi sono stati messi sul campo in affiancamento ad esperti della Fondazione Asphi in maniera tale da vedere poi in diretta come funziona la didattica nei riguardi di personale con disabilità. Il progetto ha coinvolto praticamente 44 formatori dell'Istituto, cioè sono state create delle coppie di formatori, un responsabile di sviluppo professionale e un esperto di informatica per ogni regione, in maniera tale da avere presso ogni regione due persone che potessero appunto seguire la formazione dei disabili. Ci si è così rivolti ai 400 disabili distribuiti su tutto il territorio, si è pensato che fosse necessario coinvolgere queste persone prima di portarle in aula, che fosse necessario spiegare loro il progetto, i contenuti e gli obiettivi e quindi i 44 formatori sono andati singolarmente ad intervistare ognuno dei disabili per appunto motivarli per convincerli, per capire quali fossero le loro esigenze. Questo è un lavoro che ovviamente ha preso un pochino di tempo però è stato importante. E' stato importante perché è stata la prima occasione per creare una relazione con queste persone, è stata un'occasione per capire se queste persone avessero già delle conoscenze informatiche o meno, per capire se avessero interesse, se fossero disponibili a partecipare ai corsi e per verificare anche la dotazione hardware e software disponibile ed eventualmente quella da acquistare. I dati che sono emersi da queste interviste sono stati per noi fondamentali per arrivare a costruire un progetto concreto e giusto per queste persone. E' venuto fuori che praticamente c'era una forte domanda di formazione da parte di questa categoria di persone e che c'era anche una grossissima attesa nei confronti del progetto; ancora è emerso che c'erano e ci sono tuttora delle aspettative molto forti su una reale integrazione nella vita aziendale, reale integrazione che però non può essere assicurata soltanto tramite la formazione, ma deve essere assicurata mettendo a disposizione strumenti tecnologici, quindi software assistivi specifici in maniera tale da poter superare la condizione di disabiltà. E da ultimo è emerso che in alcuni casi, nonostante ci fosse questo interesse molto forte per la formazione, la disponibilità a partecipare in qualche caso potesse essere condizionata da delle difficoltà di spostamento e quindi questo poi ci ha permesso di capire che il progetto noi non potevamo svolgerlo come progetto centralizzato, ma dovevamo portalo sul territorio il più possibile vicino a dove le persone poi fossero collocate. Fatta tutta questa rilevazione e preso atto che c'era un'aspettativa grossissima nei confronti della formazione, abbiamo disegnato definitivamente il progetto pensando appunto che non potevamo fallire. Era importante quindi, fare i passi giusti: abbiamo messo in campo tutte le nostre forze per avviare questo progetto, questa esperienza per noi assolutamente nuova. Siamo partiti con la formazione dei formatori e quindi abbiamo fatto una formazione generale sulle problematiche della disabilità nei confronti dei formatori. I formatori sono stati divisi in piccoli gruppi e hanno fatto 5 giornate d'aula. Successivamente, sono state avviate quattro edizioni di formazione nei confronti dei disabili a cura della Fondazione Asphi e i 44 formatori dell'Inps hanno partecipato a queste sessioni d'aula in affiancamento agli esperti di asphi in maniera tale da vedere in diretta un'aula di disabili e da apprendere poi direttamente le metodologie da utilizzare. Fatto questo sono state realizzate sul territorio tre edizioni cosiddette pilota dove sono stati i docenti Inps a condurre le aule con il monitoraggio della Fondazione Asphi e quindi si è poi condivisa tutta questa prima esperienza di nuovo con tutto il gruppo dei 44 formatori tramite un apposito laboratorio. Fatto questo, poi si è dato il via su tutto il territorio nazionale ai corsi per disabili, questi disabili sono stati distinti in classe disabili non vedenti e ipovedenti e in tutto l'anno 2005 si è fatta questa formazione informatica articolata su 8 giornate di formazione. In parallelo si è fatta poi la formazione per i disabili uditivi su 10 giornate d'aula e in questo caso però con una conduzione esclusivamente a cura di docenti specializzati. I risultati sono stati così importanti e così soddisfacenti che anche nell'anno 2006 abbiamo ripreso le attività, in questo caso nei confronti dei disabili uditivi e anche qui, anche con i disabili uditivi abbiamo voluto fare un'esperienza nuova, un'esperienza cioè di conduzione di attività didattica da parte di docenti dell'Istituto, quindi abbiamo nuovamente richiamato i 44 in aula, li abbiamo formati, abbiamo fatto un corso di orientamento e propedeutico poi alla didattica, e al momento sono partite alcune edizioni, quindi i docenti sono in aula per fare un intervento di secondo livello di alfabetizzazione informatica nei confronti dei disabili uditivi. Ecco, forse questa è stata una scelta ancora più coraggiosa rispetto alla precedente perché ovviamente i nostri docenti non conoscono il linguaggio dei segni quindi vanno in aula utilizzando le proprie capacità, utilizzando quello che hanno appreso, però vi assicuro che è possibile. Quelli che si sono cimentati in questa impresa hanno detto che è possibile; i partecipanti sono soddisfatti e quindi andremo avanti fino a fine gennaio con queste attività. Ora, giusto per concludere, l'esperienza fino ad oggi realizzata è stata, nonostante le piccole grandi difficoltà, è stata assolutamente positiva, ha avuto grande consenso, è stata apprezzata dagli organi di amministrazione, dal consiglio di amministrazione, anche perché ha un valore sociale prima ancora che un valore produttivo. E' stata apprezzata dai sindacati, è stata accolta favorevolmente dagli interessati che l'hanno considerata come il primo segno proprio concreto di attenzione dell'Istituto nei loro confronti. Vuole essere un'operazione di investimento formativo permanente e non vuole essere assolutamente un'iniziativa una tantum. Io, personalmente, credo che questa strada che abbiamo intrapreso debba essere proseguita per consentire a tutti di esprimere al meglio e di sviluppare le proprie potenzialità. Ovviamente è necessario che ci sia un'integrazione sinergica con altri aspetti, cioè queste persone dovranno avere una strumentazione adeguata, dovrà pensarsi all'ergonomia del posto di lavoro, dovremo pensare a nuovi rapporti con i colleghi e sicuramente a tanto altro, ma noi ce la metteremo tutta.

(Testo  non rivisto dall’autore)

 

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