Seminario a tema
“Libri: la strada verso l'accessibilità”

 

Cristina Mussinelli - Associazione Italiana Editori

"Il punto di vista degli editori."


Forse qualcuno ha già sentito l'intervento che ho fatto nell'altra sessione. Ribadisco la disponibilità degli editori a ragionare sulle modalità per ottenere dei modi e dei tempi facili per accedere ai materiali editoriali. E vorrei fare dei ragionamenti anche sulla base di quanto è stato detto dagli altri relatori; vorrei cominciare da un discorso di tipo tecnico.

Gli ebook in quanto dispositivi per la lettura di libri sono stati fino a oggi un fallimento. Tutta la produzione di libri in formato elettronico, non parlo dei formati PDF ma dei formati di tipo hardware, non sono andati a buon fine. Questo per vari motivi: le tecnologie sono care, la gente non spende mille, duemila euro per comprare un dispositivo che serve solo per leggere, perché non ha un computer. Quindi non è così vero che l'E-book sia un dispositivo disponibile. Probabilmente i prossimi computer avranno delle funzionalità diverse tra cui quella per leggere dei file specifici, come i libri. Non credo quindi che il futuro dell'accessibilità ai libri arrivi tramite una tecnologia alternativa al computer. Probabilmente sarà un'evoluzione del computer. 

Altro argomento è il successo della musica. Questo grande successo di musica in formato digitale si è avuto nel momento in cui sono arrivati dispositivi capaci di tutelare anche i diritti dei produttori musicali. Infatti, fino al momento in cui è uscito l'Ipod o dispositivi analoghi, le grandi major non producevano musica digitale, e quindi era molto più diffuso il fenomeno dello scambio pear-to-pear, diffusione illegale, di quanto non fosse la produzione di musica digitale da parte di chi ne deteneva i diritti.

E' stato detto prima dall'avvocato che gli editori detengono dei diritti che sono stati concessi da degli autori. Così non è del tutto automatico che gli editori abbiano tutti i diritti su un'opera. Ad esempio, la produzione degli audiolibri potrebbe essere un diritto che l'autore non ha dato all'editore. Quindi, per produrre un'opera in formato audio bisogna chiedere un'autorizzazione specifica. Allora, il diritto dell'autore passa all'editore che è in qualche modo intitolato a tutelarlo per l'autore.

C'è un altro argomento importante, anzi, mi sembra un punto nodale, a cui accennava prima il dottor Graziani. Egli infatti ha fatto una chiarissima definizione di come deve essere prodotto un testo. Ed è chiaro che è molto diverso produrre un testo di narrativa o un romanzo e invece un testo più complesso che, per la tipologia di mercato che hanno di fronte, richiedono una strutturazione molto più articolata. Vedi ad esempio libri di scuola, libri illustrati, manuali universitari; insomma, tutti quei libri in cui l'apparato grafico e iconografico (note, glossari, box di approfondimento) è maggiore di quella di testo cosiddetto "a correre", perché impaginato di seguito, senza un particolare formato, a parte quello relativo ai caratteri e così via. Questo tipo di produzione usa programmi particolari per l'impaginazione, cioè per rendere evidenti tutte le caratteristiche di processo che la determinano. Questo tipo di software però non sempre è compatibile… Non si tratta di una pagina WEB, ed è questo il punto nodale su cui bisogna ragionare. Il software usato dagli editori, quindi, serve a produrre della carta, e quindi i file devono essere trasformati. Non è intenzione non risolvere il problema. Noi abbiamo cercato di risolverlo, ma con delle strade che forse non sono quelle ottimali. Stiamo facendo varie cose, tra cui abbiamo parlato con l'istituto Cavazza, per trovare soluzioni che vadano bene a tutti. Ci sono anche dei problemi economici. Ad esempio, la trasformazione dei file ha dei costi, e quindi bisogna capire, dato che non è stato regolamentato, quali sono le modalità con cui questi costi vengono remunerati e chi di questi costi si deve occupare. Non è un problema. Basta trovare la formula. Noi abbiamo degli interlocutori come la biblioteca di Monza che lo fa.

Per concludere, il punto di vista degli editori è molto chiaro: c'è la massima disponibilità a collaborare, a trovare delle soluzioni che siano nell'ambito delle regole e delle norme previste dal diritto d'autore e della sua tutela, perché questo è ciò che abbiamo come regola: la tutela del diritto d'autore. Siamo un gruppo di aziende che vivono su questo diritto e quindi dobbiamo tutelarlo, cosa che vale anche per le aziende discografiche. Quindi, se ci saranno delle soluzioni, come nel caso degli Ipod, che tutelano queste norme, ben vengano; altrimenti, ciascuno farà la sua strada.

(Testo non rivisto dal relatore)

 

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