Seminario a tema
“Libri: la strada verso l'accessibilità”

 

Carlo Loiodice

"Il punto di vista degli utenti."


La storiella è off topic ma la devo raccontare per il suo valore paradigmatico. La moglie aggredisce il marito: "Brutto disgraziato, porco, tu mi tradisci". E il marito: "Questo è un problema tuo". "Sì, ma tu mi tradisci con la cameriera". "E questo è un problema mio". "Ma lei è incinta". "Questo è un problema suo". Per dire che sarei capace di assumere punti di vista diversi, ma qui io devo fare questo, cioè portare un punto di vista, e quindi è per questo che su alcune cose non vado. Il mio punto di vista, personalissimo, sta scritto qui. Forse non si vede da laggiù, ma questo è un opuscoletto che potete prendere gratuitamente allo stand del comune di Venezia, proprio all'inizio, vicino al bar. Il comune di Venezia ha un progetto, lettura agevolata, che molti meriti ha in questa storia, che non vi descrivo ma che potete appurare voi stessi andando a visitare il sito www.letturagevolata.it. C'è un catalogo unificato che contiene libri a caratteri ingranditi, in Braille, digitali, tutti quelli legali, perché gli altri ce li scambiamo in un altro modo. Vi troverete anche altri documenti che spiegano perché quell'ente locale ha deciso di spendersi anche in quell'attività. Dicevo che il mio punto di vista come utente, come utente complessivo, è raccontato qui, e parte da quando ero piccolo e leggevo "I ragazzi della via Pal", fino a oggi, o meglio, fino al 2003. E questa vita viene raccontata come vita di un ladro, di uno che, come minimo, ha sempre scroccato e che qualche volta ha illegalmente preso. Questo per diversi motivi, il primo dei quali non è stata la povertà. Non ero quello che rubava i libri per fame, ma dovevo usufruire di questa roba non in modo diretto. In istituto, dopo cena, l'assistente ci leggeva, e una copia valeva per 40 persone. Andando avanti, parliamo del nastro registrato, del libro parlato, fino ad arrivare al digitale. Digitale che è vivo, operativo fin dai primi anni 90. Nel seminario precedente a questo, un autore raccontava di sé dicendo che nel 2004 era andato da qualche parte, non ricordo dove, e ha scoperto tante cose che non sapeva. Il 2004 era un anno molto recente. Quando penso ad un'innovazione in questo campo, penso a molto prima. Come mai questo autore così volonteroso non è riuscito a sapere queste cose? Questo non ha spiegazioni, per lui. Ma per dare un'idea, nel 2003 c'è stato, come tutti gli anni, il premio Strega. Durante quella manifestazione, con gli amici che hanno fatto gli indisciplinati prima, insieme a degli altri, abbiamo deciso di fare un'azione di disobbedienza civile. Abbiamo scannerizzato tutti i libri finalisti del premio Strega e poi siamo andati a Villa Giulia per venderli su floppy. Venderli per una cifra irrisoria, perché non siamo andati lì per guadagnare. Siamo anche saliti sul palco e siamo stati portati via dal servizio d'ordine. Il giorno dopo sui giornali non c'era nulla, neanche mezza riga! Malgrado che una di noi, non vedente, si fosse persa e fosse finita a tavola con Paolo Mieli, direttore del "Corriere della sera" e avesse avuto il tempo di raccontargli tutto, non c'era niente da nessuna parte! Quando un qualche medico, possibilmente italiano, scopre che forse una mezza proteina testata per cinque anni potrebbe dare spunto a un farmaco che messo nel circuito fra trent'anni forse potrebbe risolvere una malattia, il giorno dopo ne parlano tutti i giornali. E perché questa grossissima conquista di civiltà, ottenuta per un capriccio della storia, perché noi potremmo anche arrogarci il merito di aver inventato l'informatica adesso e non cent'anni fa, ma è la storia. E' capitato a noi di vivere la fortuna che i mezzi tecnici permettono l'asino che vola, l'impossibile, ciò che non era neanche pensabile. E ciò che non era neanche pensabile è questo: che io vado in libreria, compro un libro, lo compro, dottoressa Mussinelli, perché io a casa ho delle pareti piene di libri, comprati. Ne ho molti di più sul computer, non comprati. Tanto per fare degli effetti speciali, ne avrò più o meno 12.000. Non sono molte le scuole medie italiane che hanno dodicimila libri in biblioteca. Se volessi, potrei copiare quel DVD e darlo a chiunque domani, tenerlo in tasca. Io ho 12.000 libri. Quando dovevo spendere i soldi per un lettore, chiedere a un amico, era una bega. Adesso mi sembra di sognare! Questa è una cosa che non fa notizia. Credo quindi di poter buttar lì un contributo culturale dicendo che probabilmente c'è ancora nel discorso della disabilità, nella testa delle persone troppo il modello, diciamo così, non vorrei urtare la suscettibilità di qualcuno, evangelico della guarigione che prevale invece sul modello della conquista di procedure possibili. Alzati e cammina! Insomma va beh è un miracolo! …………..comunque quello sempre cieco rimane. Anche uno che ci vede. Questo è il miracolo. Insomma …….

Manca l'entusiasmo in questa società per apprezzare una cosa del genere. E allora siccome la società non è entusiasta di queste cose qui, allora questi diritti di umanità bisogna conquistarseli ecco che vado a vedere e vedo che ………… Soltanto sei anni fa Mondadori Editori mandava gli avvocati al Cavazza e Galiano perché chiudessero immediatamente le loro biblioteche on line. Lo fecero e se hanno fatto marcia indietro è stato per la risposta feroce che abbiamo ovviamente messo in campo……. Se chiusa quindi la questione con un compromesso diciamo così all'italiana nel senso che il problema non è stato risolto se non con un escamotage pratico: in quei siti lì chi non vede può entrare con una password che viene data soltanto dietro presentazione del certificato d'invalidità……. non è questo il diritto, è una proposta che si può fare, ma non è il diritto. Qui l'avvocato Avallone ci ha detto che la legge 68 del 2003 è arrivata quando il problema è stato posto. Io sono fiero di essere uno di quelli che lo ha posto, di aver, quale è il participio passato di delinquere, di aver delinquto… insomma, di aver frodato… sono contento, orgoglioso di averlo fatto se nel 2003 mi arriva una legge che dice che quando si tratta di disabilità certe cose sono ammissibili e se altri tre anni dopo il rappresentante dell'associazione editori dice che c'è disponibilità a venire incontro. Non mi basta ancora. Perché non mi basta ancora. E' ragazzi, l'appetito vien mangiando, dico una banalità, non lo è, nel senso che voi date la cultura, date la possibilità alla gente di formarsi, dategli la possibilità di leggere la costituzione della Repubblica e allora uno cosa fa? Legge e leggendo acquisisce consapevolezze. Da disabile, cioè scusate… Da disabile cittadino diventa cittadino disabile. La sua cittadinanza viene in primo piano a quel punto. Allora ecco io che parlo da punto di vista dell'utente, ma che utente. Parlo dal punto di vista dell'utente cieco che chiede per favore fatemi leggere? Io queste cose non le devo mica chiedere. Chiedo invece altre cose. Chiedo di entrare, e spero di essere chiaro in questa richiesta, chiedo di entrare a pieno titolo, a pienissimo titolo nel dibattito di oggi sui modi di diffusione della cultura, sull'uso della rete, sull'uso dei formati alternativi, sull'inclusività, sull'esclusione. Chiedo di entrare lì perché io sono, e lo so perché adesso io leggo e quindi leggendo lo so, solo che nel prossimo futuro i nuovi bisogni del sapere cambieranno. Vedete, l'e-book non ha avuto un gran successo. Gli e-book, andate sul sito di Mondadori, ce ne sono, voi li scaricate, si chiamano file .lit. .lit vuol dire che tu li leggi con il programma che ti scarichi sempre da lì che è il Microsoft Reader. Il Microsoft Reader è inaccessibile, cioè è zero agli strumenti di lettura alternativa. Ma poi uno può dire: ma dove credete di andare? Si scarica dalla rete il programmino per convertire quella roba in formato html …. E che fine fa la muraglia cinese? Non è una grande intelligenza quella che si dimostra facendo quella robina lì. Perché non è più così, non è più quello il punto. Noi ci muoviamo in una dimensione che non è più una dimensione territoriale. Ci muoviamo in una dimensione diversa, a più di una dimensione. "Il continente invisibile" di cui parla Kenichi Ohmae. lì dentro noi vogliamo essere in quella discussione, noi e voi lettori, noi grossi lettori, noi lettori forti, lo dicono anche le statistiche, vogliamo entrare lì dentro perché intanto ne siamo in grado, adesso, e poi perché non vorremmo tornare ad essere tagliati fuori. Certo con la carta non si scherza. La carta o la vedi o non la vedi e va beh, ma essere tagliati fuori da un formato elettronico che costava poco, capite, bastava un attimo, bastava averci pensato prima perché fosse accessibile, questo proprio dà fastidio, è abbastanza irritante … io sono ottimista e concludo dicendo che il futuro avanza … stancamente… 

 

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