Seminario a tema
“Libri: la strada verso l'accessibilità”

 

Antonio Bagnoli - Casa Editrice Pendragon

"Editori che non vedono. Un mercato potenziale del tutto trascurato."


… allora io vi porto più che una riflessione, una testimonianza. Però volevo cominciare rubando un minuto alla mia testimonianza per fare invece una riflessione, andando dietro un po' a quello che ho ascoltato.
Io non so come agiscono perché non sono mai entrato a lavorare all'interno dei grandi gruppi editoriali da Mondadori, Einaudi, Gruppo Longanesi, Gruppo Rizzoli, ecc. quindi in realtà che cosa ___??_____ di questi problemi di cui parlava prima Loiodice, questi problemi che sembrano più frutto di una casualità e di una leggerezza, che di un disegno di esclusione, quando mi sembra semplicemente fare le cose in maniera sciocca e non ponderata. Per quanto riguarda le piccole case editrici come possiamo essere noi, che abbiamo 600 titoli in catalogo, la riflessione che viene naturale è quella di come potere, parliamo proprio da imprenditori, essere sul mercato della lettura per non vedenti con i mezzi che si hanno. E' evidente che l'esempio che è stato fatto prima, di un volume illeggibile con i sistemi di lettura per non vedenti e fornito da case editrici importanti, è un problema diciamo di investimento all'interno della casa editrice per la realizzazione di un prodotto compatibile. Per quanto riguarda una casa editrice come la nostra che non ha una produzione di quel tipo, l'unica cosa che deve fare è semplicemente stare un po' informata. Allora noi ci siamo trovati, meno di un anno fa, all'iniziativa svolta al Cavazza, abbiamo conosciuto delle persone, come Torrente, che ci hanno indirizzato, che ci hanno spiegato come il prodotto doveva essere preparato per poter essere leggibile. Abbiamo fatto dei tentativi e con un tempo di lavoro inferiore ad una giornata, siamo stati in grado di potere organizzare un'offerta totale del nostro catalogo a favore di tutti i lettori non vedenti. Dal punto di vista organizzativo credo che dieci anni fa questa opportunità non ci sarebbe stata e forse già cinque anni fa sarebbe stata molto complessa. Organizzativo intendo "realizzativo". Adesso quasi tutti i libri le piccole case editrici li realizzano all'interno, quindi l'ultima versione è un file dal quale è molto semplice poter creare un file di formato diverso da quello necessario per poter procedere alla stampa, ma in formato compatibile con i sistemi di lettura per non vedenti. Quindi in realtà noi che cosa abbiamo fatto? E vengo alla testimonianza. Abbiamo semplicemente detto: guardate che tutti i nostri romanzi, tutti i nostri volumi di saggistica sono disponibili in formato elettronico, word e pdf. E' stata soprattutto la consulenza dell'Istituto Cavazza di Bologna, nella persona di Torrente, che ci ha un po' indirizzato per farci capire come dovevano essere prodotti questi file. Per quanto ci riguarda, il risultato è stato molto, molto buono. Questa notizia si è diffusa, ovviamente un po' la stampa, un po' i siti, ecc. e abbiamo avuto un risultato di vendita che sfiora le 100 unità rispetto a tutto il nostro catalogo. Lo ritengo quindi un risultato molto buono. Io non mi aspettavo questo: Mi sono arrivate richieste un pò da tutta Italia e noi anche in questo ci siamo un po' affidati all'esperienza dell'Istituto Cavazza, proponendo due formule: una quella dell'acquisto del libro fisico nella sua versione cartacea al quale noi alleghiamo gratuitamente un file su CD, con lo stesso libro in versione Word e versione pdf. Devo dire che dal punto di vista dell'editore stiamo parlando di una spesa di 30 35 centesimi; spesa fattibilissima e risibile; quindi non è un problema economico, ma solo un problema organizzativo. Ad esempio a noi è capitato che ci sia stato richiesto un libro uscito due anni fa. Noi abbiamo tirato fuori dai nostri archivi e, tramite il programma che oggi si usa, lo abbiamo trasformato in Word. Tempo necessario all'operazione cinque minuti, forse! Certo molto meno tempo di quanto ci impiegherebbe un utente non vedente a scannerizzare il libro, passarlo all'OCR, ecc. Cinque minuti tra l'altro del tutto remunerati, dato che consentono la vendita di una copia del libro. Ciò che abbiamo fatto, dal momento in cui abbiamo dichiarato di far partire questa iniziativa, è stato di ridurre tutti i libri preparati per la carta, anche in formato elettronico, accessibile ai non vedenti. Quindi, quando un nostro libro sta per andare in stampa, il nostro grafico prepara anche il file. Abbiamo un disco fisso dedicato a questo, e quando ci arriva l'ordine di ricevere un libro in formato elettronico, possiamo rispondere immediatamente.
L'altra opportunità che diamo è di acquistare solo il formato elettronico di un libro. E qui viene il problema che credo possa bloccare le azioni più forti da parte di altri editori, e soprattutto di quegli editori che hanno volumi che possono fare tante decine di migliaia di copie. Se un utente non vedente mi acquista un file e io gli do un file perfetto, in formato Word, leggibile, accessibile, ecc., io vendo un libro, in un certo senso. Se voi andate in libreria e acquistate un libro, non è che poi non lo potete prestare, regalare o altro. Quello che io credo, e qui qualcuno più esperto di me può rispondere, che il libro si possa anche rivendere. In questo caso però io rivendo la mia copia; del resto ne ho una! Se io compro un libro, e qui alcuni editori sono davvero massacrati, ad esempio, dalle fotocopie illegali che vengono fatte di testi universitari e così via. Se da una copia venduta vengono prodotte 40 copie togliendo la possibilità di venderne altre 39, è ovvio che come responsabile della pubblicazione… Ed è stata ottima la puntualizzazione. L'editore ha il diritto dello sfruttamento economico del testo, ma è l'autore che ne detiene i diritti. Si potrebbe dire che l'editore fa da tramite tra il mercato e l'autore. Se un autore mi dice di dare gratis tutte le copie richieste da un utente non vedente, io posso dire se sono d'accordo o no, ma non posso fare viceversa. D'altro canto io non posso dire ad un autore che regalerò una copia a tutti i non vedenti che la chiedono. Se lui dice di no, io non posso farlo. In realtà l'editore non ha completamente le mani slegate. Quindi, per tornare alla nostra riflessione, bisogna capire questo file che vita fa, cosa gli succede. A ben pensarci, però, è una questione di lana caprina perché, se un non vedente acquista un file, lo mette in formato elettronico e lo spedisce, l'unica differenza nel fatto che gliel'abbia venduto io sta nelle ore di lavoro spese per preparare il file. Quindi, come per la musica (diffusione pear-to-pear o pagamento) il problema è essenzialmente tecnologico. Adesso so che gli ultimi CD non si possono copiare, anche se durerà poco perché presto qualcuno ci riuscirà. Io credo che un file possa essere prestato, dato, solo che la quantità dovrebbe essere discreta. Se io fossi l'editore del Codice da Vinci e sapessi che 70.000 non vedenti hanno ottenuto una copia elettronica di quel libro dalla stessa sorgente, penserei: accidenti! Ci sono 70.000 copie non vendute di quel libro, e allora le economie diventano molto diverse. Ma, per tornare nei nostri panni, credo che la disponibilità dei piccoli editori sia massima. Credo che manchi solo l'organizzazione. Ho già parlato con alcuni e manca la giornata in cui l'editore si mette d'accordo col grafico che gli prepara il file così, con la persona che mette nel sito una pagina con la notizia. Ma credo, e mi riferisco ai feedback che ho ricevuto, che in generale, almeno per la piccola editoria, la disponibilità ci sia. Per la grande editoria, se cinque anni fa si pensava di chiudere, oggi non so se ci sia una grande disponibilità, ma in futuro penso ci sia l'attesa di uno sblocco tecnologico alla diffusione dei file elettronici. E' un problema che attiene tutte le forme artistiche, soprattutto … e anche il libro. Per concludere, so che altre case editrici, come la Fratelli Frilli di Genova, fanno ciò che facciamo noi e quindi hanno la nostra stessa disponibilità. Io penso che un invito, magari rivolto dall'Associazione Italiana Editori o da altre associazioni di categoria, a rendere disponibili i volumi sottoforma di file per l'acquisto, come facciamo noi. Io devo rendere grazie all'istituto Cavazza e in particolare a Torrente per averci suggerito questa formula , che sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista del diritto d'autore sta perfettamente in piedi. Credo quindi che questa formula, che non abbiamo inventato noi, debba essere diffusa tra un gran numero di editori.

(Testo non rivisto dal relatore)

 

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