Quando è difficile imparare a leggere:
metodologie a confronto e uso del PC

 

a cura di:
Graziella Casula (*)


Parole chiave

Insegnamento lettura-scrittura, uso del metodo globale relativo misto, uso del computer.

In questa relazione è illustrata la metodologia d’insegnamento della lettura e scrittura col metodo" globale relativo misto "e con l’integrazione del computer. Tale metodo è stato proposto più volte dalla sottoscritta a tutta la classe compresi i bambini che presentavano disturbi negli apprendimenti.

La sua applicazione è risultata facilitante e gratificante per tutti.

 

Introduzione

Come pedagogista ma soprattutto come insegnante ho avuto più volte l’occasione di insegnare a

leggere e a scrivere ai bambini della prima classe elementare.

Come riferiscono le statistiche anch’io ho riscontrato la classica situazione in cui tre o quattro alunni presentano difficoltà nella letto- scrittura fin dai primi giorni di scuola.

Poiché il linguaggio scritto deve essere appreso, per acquisire un tale strumento è indispensabile possedere una serie di pre - requisiti legati alle competenze logiche sullo spazio circoscritto, alla seriazione, alla direzione e alla simbolizzazione.

Se questi concetti non sono presenti emergono una serie di difficoltà dovute all’immaturità delle competenze che spesso non possiedono.

Succede spesso, infatti, che ci siano bambini che presentano maggiori difficoltà nell’orientamento spazio temporale e nella discriminazione delle forme oppure nella percezione uditiva e visiva, nella coordinazione oculo - manuale e nella riproduzione sequenziale.

Per gli studi seguiti e per esperienza personale molti di questi saranno poi coloro che evidenzieranno difficoltà più o meno gravi nell’apprendimento della lettura e scrittura.

Infatti, dall’esame dei loro primi lavori si possono facilmente vedere dei tracciati molto irregolari e dei prodotti molto pasticciati per lo sforzo nel dover procedere da sinistra verso destra o a riprodurre gli anelli in senso sinistro- giro.

Capita, inoltre che presentino difficoltà nelle pressione oppure che non abbiano abitudini neuromotorie ben definite e quindi scrivono un po' con la destra e un po' con la sinistra.

 

A questo punto il lavoro si differenzia e l’applicazione strumentale avviene su più fronti.

  1. In base alle difficoltà rilevate preparo una serie di schede che migliorino i movimenti fini della mano, i tracciati, la direzione etc.

  2. Queste saranno rese via via più difficoltose tenendo conto costantemente delle tecniche di prompting: intervenendo cioè con comportamenti che predispongano al superamento delle difficoltà e al rinforzo positivo.

    Queste sono integrate da ulteriori lavori manuali e dall’uso delle diverse tecniche pittoriche utili per migliorare le competenze grafo- motorie, il ritmo e la seriazione.

  3. Parallelamente avvio la presentazione del "metodo globale relativo misto"per l’apprendimento della letto-scrittura da me rivisto e adattato alle diverse situazioni che si presentano. L’esperienza mi ha insegnato che con i bambini che presentano disturbi negli apprendimenti scolastici questo metodo risulta il più efficace.

Tale metodo si ispira al metodo globale del Mialaret ma ben presto se ne distacca in quanto quest’ultimo prevede un procedimento ed un’applicazione troppo lunga che finirebbe col danneggiare sia le attese dei bambini sia quelle dei genitori, i quali frequentemente vivono anch’essi le ansie sui progressi dei propri figli. Pensato dall’autore come un metodo rispettoso dei tempi di maturazione del bambino per un’applicazione rigorosa richiede un periodo molto lungo di apprendimento anche per i bambini che non presentano tali disturbi.

Il metodo analitico, invece, pone subito il bambino dislessico o disgrafico di fronte alla sua difficoltà che inizialmente è quella di non riconoscere determinati grafemi e di scambiarne l’orientamento mettendolo davanti alla sua difficoltà che è quella di non saper riprodurre il modello proposto in modo esatto. E’ risaputo, infatti, che scambia ripetutamente la "p" con la" b" e la "d"; la "f" con la "v", la "a" con la "o".

Quest’ultimo lo pone subito davanti ad una serie di applicazioni negative e di prodotti pasticciati.

L’esperienza mi ha insegnato che il metodo più efficace risulta il "metodo globale relativo misto" Partendo dal vissuto del soggetto si compongono delle frasi dalle quali sono enucleate alcune parole. Le stesse parole devono servire da modello per trovarne altre che abbiano sillabe uguali. Si potrà perciò continuare con un gioco di composizione e scomposizione delle parole che per il bambino risulta molto gratificante.

All’improvviso quasi per magia, si accorge di saper leggere e scrivere brevi parole e frasi; risulta così una scoperta che li riempie di gioia.

 

Itinerario didattico

1) fase

Inizio il lavoro presentando alcune frasi che saranno scritte alla lavagna e su strisce di carta; queste dovranno scaturire da tutto ciò di cui si è parlato, dalle loro emozioni, o gioie.

Saranno applicate alle pareti e i bambini dovranno leggerle all’unisono e scriverle sul proprio quaderno per la durata di quindici o venti giorni. L’insegnante insieme agli alunni pronuncerà molto lentamente le parole quasi sillabando facendo scorrere l’indice sotto le parole pronunciate tutte intere ma molto lentamente a voce alta facendo una piccola pausa fra una parola e l’altra.

Es. L a c a s a d i S a r a

Inizialmente le frasi da scrivere alla lavagna non dovranno contenere i digrammi o sillabe anomale, al fine di facilitare al massimo l’unione consonante vocale.

 

2) fase

Subito dopo la lettura individuale sarà eseguita ad alta voce, alla lavagna o su carte applicate alle pareti.

Si procede per altri dieci o quindici giorni con la copia delle frasi sul quaderno o di autodettato di parole sempre e solo con l’uso dello stampato maiuscolo.

Questa fase sarà completata con la lettura delle frasi scritte sul quaderno e autodettate.

Successivamente ogni frase diventerà oggetto di composizione e ricomposizione della frase per dare avvio alla memorizzazione, al riconoscimento e all’analisi stessa della frase.

Ogni bambino dovrà avere la sua busta con le sue striscioline da scrivere, leggere e poi

separare prima con una barra verticale e poi con le forbici.

Le parole mescolate dovranno essere riconosciute e poi posizionate per la ricomposizione.

Il divertimento continua con il gioco del domino: si analizzano le parti simili delle parole: casa-sale, remo-more, rete-tetto, etc. così di seguito si formeranno parole sempre nuove.

Questo gioco di composizione e riscomposizione delle parole per il bambino risulta molto gratificante.

All’improvviso quasi per magia, ogni bambino si accorge di saper leggere e scrivere brevi parole e frasi.

Questa scoperta li riempie di gioia e alla domanda ,come hai fatto a imparare a leggere e a scrivere?

Con tanta soddisfazione risponde: -da solo-.

Solo quando i bambini avranno acquisito determinate abilità relative alla lettura e scrittura delle parole si potranno presentare i singoli grafemi o fonemi.

 

3) fase

Questi ,infatti ,si differenziano in base alla posizione delle stanghette o dei cerchietti che li costituiscono: pensiamo alla –p o alla b e alla –d; alla f- o alla v- alla a oppure alla o.

Il lavoro dovrà essere individualizzato e ogni bambino dovrà esercitarsi con l’uso dello stampato maiuscolo, minuscolo e col corsivo nel rispetto dei suoi tempi e delle sue difficoltà. Il passaggio al corsivo deve essere spontaneo, sarà il bambino stesso che lo userà quando si sente di poter padroneggiare la nuova situazione. La formazione delle parole dovrà avvenire inizialmente con le lettere staccate in modo tale che lui e gli altri possano leggere nella sua scrittura.

Es. L a l a v a g n a è n e r a.

Ogni grafema sarà staccato dall’altro e l’attacco delle varie stanghette avverrà automaticamente quando il bambino si sentirà sicuro e potrà padroneggiarne l’uso.

A questo punto tutti i bambini avranno imparato a leggere e a scrivere: alcuni correttamente e altri di meno.

Per questi ultimi c’è la frequenza della seconda elementare e l’uso del computer con i programmi adatti e con l’uso della video-scrittura.

Nel corso della seconda con gradualità e sistematicità si possono presentare l’ortografia e la grammatica insieme agli altri obiettivi prescritti dai "Programmi ministeriali".

La metodologia d’insegnamento appena descritta ha permesso la realizzazione del programma per P.C. "Il trenino magico"; "Il Drillo " "Il Cavallino" "Il topolino" "Il Canguro"

Questo si propone di ridurre le difficoltà nei bambini con disturbi negli apprendimenti o nei bambini che presentano ritardi nel linguaggio parlato.

"Ciò che conta è che l’apprendimento si nutra di successi anche minimi".

Saranno queste impercettibili percezioni del saper fare che costruiscono giorno dopo giorno la stima di sè e ogni ulteriore passo auto-istruzionale.

"L’insuccesso per non essere letto come colpa dovrà morire fanciullo".

 

Bibliografia

1) G. Freinet, L’apprendimento della lingua secondo il metodo naturale, Firenze1968,
La nuova Italia

2) A. Minio, Il coraggio come amore, come vita, come educazione, Spoleto, CePASA 1994

3) G.Casula, Perché per mio figlio è difficile imparare a leggere? in "Interprofessionalità"gennaio,1997,CePASA,Spoleto

 


(*) Per informazioni:
Graziella Casula
Consulente in pedagogia della famiglia
Coordinatrice pedagogica Centro Nike (progetto horizon)
Specializzata nel recupero dei disturbi dell’apprendimento
con l’uso del P.C. e col software.
Iscritta albo Esperti del Tribunale di Firenze
Studio via U.Corsi N.39, 50141 Firenze tel.-fax 055432247
Ab. Via G Sirtori n. 50137, Firenze.055613807


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