Seminario a tema
“Accessibilità degli strumenti informatici: un percorso in evoluzione”

 

Patrizia Bertini - Consulente/Ricercatrice

"Il progetto europeo EIAO."


Salve a tutti e grazie per l'invito per essere qua, cercherò di essere veloce e sintetica e si spera anche chiara.
Io lavoro come ricercatrice per un progetto che si chiama EIAO, acronimo orrendo che sta a indicare l'European Internet Accessibility Observatory, l'osservatorio europeo per l'accessibilità del web, di internet fondamentalmente.

Questo è un progetto che parte da alcune premesse, sono già state citate giustamente dal prof. Paiella gli orientamenti europei, noi ci muoviamo nell'ambito dei progetti E-Europe della strategia di Lisbona e dell'attuale piano strategico che l'e-2010 il cui fine ultimo che si concluderà, almeno in questa fase nel 2010, è quello di creare un'economia della conoscenza e di creare una società basata sull'inclusione. Basata sull'inclusione tanto a livello fisico, quanto - ed è quello di cui ci occupiamo noi - a livello di informazione. La possibilità di accedere, di condividere, di potersi avvalere degli strumenti informatici per garantire nuove libertà, nuove possibilità a persone che magari nel mondo fisico farebbero più fatica ad avere le stesse opportunità. Tanto più che questo è anche l'indirizzo dei prossimi anni in quanto, come molti di voi sapranno, non è il settimo programma quadro, che sono programmi che finanziano la ricerca a livello europeo, la priorità assoluta per il periodo 2007-2013 è proprio sull'e-inclusion, sull'inclusione a livello digitale, quindi supporto a persone disabili e agli anziani che sono quelli a maggior rischio di esclusione e di digital divide. Partendo quindi da queste premesse molto rapide di quello che è il quadro politico, sociale, economico europeo, arrivando al grosso movimento di cui poi il professor Signore è più titolato di me a parlare, quindi dell'avvento delle nuove linee guida del W3C per lo sviluppo e la promozione dell'accessibilità fino ad arrivare a tutta una serie di iniziative che inquadrano da dove è partito questo progetto. Progetto che è partito dalla University College di Kristiansand in Norvegia a cui si sono aggiunti tutti questi partner che vedete listati, la sottoscritta, come si usa dire in inglese, in behalf of, a nome di FBL per l'Italia.

Ma non solo, perché durante lo stesso periodo, durante lo stesso call, nello stesso bando sono stati presentati altri due progetti che cercavano di promuovere analogamente l'accessibilità e poi vi spiegherò esattamente che cosa fa anche EIAO, che sono Support EAM che sta per Support European Accessibility Metrics che vuole cercare di creare un bollino, un altro bollino a livello europeo per la qualità dei siti web e per la valutazione della loro accessibilità, e un altro progetto che è BenToWeb che invece punta a creare degli strumenti, delle linee guida, delle metodologie per valutare tutti quegli aspetti di accessibilità non automatizzabili. Era chiaro ed era necessario che questi tre progetti partiti insieme, che puntavano a colmare il digital divide e a promuovere l'inclusion non fossero armonizzati. E armonizzazione è anche proprio uno dei termini chiave del progetto. Uno dei risultati che potete anche vedere e dare un'occhiata e anche contribuire, i più volenterosi possono tranquillamente contribuire perché i progetti sono tutti open source, è lo sviluppo di una metodologia, la UWEM, la Unified Web Evaluation Methodology, Metodologia unificata per la valutazione del web che, partendo e avendo anche la supervisione del W3C, punta a creare un'unica metodologia che dovrebbe essere quella poi successivamente adottata a livello europeo. Una metodologia dove chiunque può leggerla, vederla, dare un'occhiata e dire no, secondo me questo non va e mandare tranquillamente i suoi suggerimenti perché ci stiamo lavorando nel cluster quindi con EIAO, BenToWeb e Support EAM, siamo circa 27 organizzazioni europee per cui anche qualunque appassionato che abbia voglia di darci una mano è più che benvenuto perché occhi freschi, menti fresche sono sempre migliori di chi ci lavora ormai da due anni.
Il progetto, come vi dicevo, è partito nel 2004, torniamo a parlare esclusivamente di EIAO, ha una durata di tre anni quindi siamo a 2/3 del lavoro, e si concluderà a ottobre del 2007. Perché è nato? Ovvero che esigenza c'era di avere un osservatorio europeo dei siti internet? Il principale problema era uno e uno solo, ovvero in tutta Europa, tra il '99 e oggi, sono state promulgate tutta una serie di leggi nazionali per favorire l'accessibilità. Ogni nazione ha anche promosso delle direttive tecniche basandosi, riferendosi sempre però alle web content accessibility guide line, il programma che ogni nazione ha recepito il punto di partenza, l'ha elaborato in maniera leggermente diversa. Questo significa ovviamente che i dati nazionali al momento non sono confrontabili perché non esiste una metrica comune per cui i dati che il CNIPA può fornirci sull'Italia non possono essere direttamente confrontati con quelli forniti per esempio dalla Germania dove esiste un'altra legge che prevede altri standard. Per cui serviva uno strumento che ci permettesse di avere una visione globale dell'andamento dell'accessibilità a livello europeo, che fornisse uno strumento utile, che permettesse di fare dei paragoni basati sulla stessa metrica, perché altrimenti noi non possiamo, e in questo modo si cerca da un lato di supportare i cosiddetti decisori nelle fasi decisionali per cui per vedere per esempio un governo nel momento in cui bisogna rifare il sito può anche decidere e vedere per esempio i siti degli altri ministeri europei al apri, a che livello di accessibilità sono cercando quindi magari anche di stimolare una certa competitività, passatemi il termine industriale ma qui ci vuole, per l'accessibilità. Quindi cercare di promuoverla attraverso questi strumenti. 

Il come: questa è una slide terribile e non abbiamo il tempo di vederla però immagino che sarà poi materiale disponibile che vi fa vedere grosso modo l'architettura, ovvero noi abbiamo, questa è più semplice, raccogliamo circa 10 mila siti a livello europeo suddivisi per ogni tipologia, quindi siti ministeriali, siti governativi, siti di pubblica amministrazione, siti di università, centri di ricerca, media, televisioni, giornali, aziende private, qualunque sito, quindi un campione estremamente vario tanto dei 25 paesi europei che sono già nell'Unione e dei paesi EFTA per cui riusciamo a coprire tutto. Questi 10 mila siti che vengono raccolti, vengono analizzati da questo crawler che è una specie di robot che analizza il tutto a cui vengono applicate delle metriche che abbiamo ricavato che sono poi la base del supporto della metodologia che vi ho accennato in precedenza, tutto viene archiviato dentro a un computer, a un data warehouse, a un database gigante, e si hanno dei report. Questi report vengono mantenuti nel tempo per cui avrò la possibilità l'anno prossimo o il mese prossimo, visto che queste analisi vengono fatte mensilmente, di vedere come il mio sito è migliorato, è peggiorato, che cosa è stato fatto. Ovviamente in tutto ciò non abbiamo trascurato gli utenti, noi siamo ben consci del fatto che una valutazione automatica ha i limiti della valutazione automatica. Proprio per questo noi utilizziamo, passatemi il termine, gli utenti in tre fasi. Nella prima fase abbiamo cercato di capire quali erano le reali esigenze di accessibilità degli utenti, ovvero abbiamo preso gli utenti e chiesto loro in base alle linee guide del W3C quali fossero gli elementi che veramente loro sentivano prioritari. Le sorprese non sono mancate, alcuni aspetti per esempio che venivano considerati di livello 3 nelle linee guida, noi li abbiamo trovati cole livello 1 e abbiamo cercato di adattare tutto questo, dati che ripeto sono stati utilizzati tanto nella metodologia quanto nelle metriche che utilizziamo noi. Successivamente ci siamo avvalsi di utenti per misurare la precisione dei dati trovati dalla macchina, ovvero il mio robot analizza, io devo verificare che i dati che il robot mi fornisce sono gli stessi che mi darebbe l'utente con un'analisi manuale. E in ultimo ci avvaliamo degli utenti per lo studio dell'interfaccia perché ovviamente non possiamo pensare di avere un osservatorio dell'accessibilità non accessibile, sarebbe assolutamente… Per cui lo schema di prima si traduce in questo nuovo schema in cui la centralità è data dall'utente. Cosa misura EIAO? EIAO misura fondamentalmente le aree geografiche e ci permette di avere anche un report basato sulla regione geografica quindi io posso vedere i siti della pubblica amministrazione italiana, lombarda, milanese e scendere nel dettaglio per capire grosso modo dove stanno le variazioni quindi ho una variazione spaziale: mi viene misurata a livello verticale ma anche orizzontale, posso comparare tutte le pubbliche amministrazioni o tutti i ministeri dell'istruzione o quello che voglio. Posso fare delle analisi settoriali per cui verificare tutti i siti dei media per cui verificare la RAI com'è messa rispetto alla BBC. Quindi ho delle variazioni di tipo settoriale. Posso analizzare singoli siti web avendo poi un report che mi spiega esattamente cosa funziona, cosa non funziona comparato sia alle linee guida del W3C quanto le UWEM e poi una valutazione nel tempo quindi ho l'andamento dei diversi siti nel tempo perché tutti I dati vengono mantenuti nel data warehouse per cui io posso avere tutto sotto controllo. Questi sono degli esempi di interfacce che è uno dei lavori più impegnativi che stiamo affrontando, banalmente perché non è facile riuscire a fornire tutti i dati in una maniera chiara a tutti accessibile. Questa è una delle ipotesi perché gli utenti avranno la possibilità di personalizzare. Comunque già si nota per esempio la ridondanza di informazione che si ha, lo status per esempio che in alcuni casi è segnato come blu scuro, ma è accompagnato da una lettera per cui c'è tutto uno studio dietro. 

Qui è un altro tipo di report che l'utente può selezionare basato su altri colori, ci sono altri report basati invece su barre più o meno piene. E abbiamo già alcuni dei primi risultati, durante la fine dell'estate scorsa sono stati analizzati i siti di 5 primi ministri europei: l'Italia non c'era per cui possiamo assolutamente essere tranquilli e le deviazioni che sono state riscontrate, le principali tre sono banali, passatemi questo abbassamento di livello, il primo è l'utilizzo degli elementi deprecati dal codice quindi codice vecchio, non aggiornato, non conforme a quello che il W3C ci dice e ci dirà. Secondo problema era legato all'uso dei fogli di stile che non erano impiegati in maniera corretta o non erano per nulla impiegati. Il terzo invece riguardava proprio il layout, la navigabilità quindi la struttura del sito stesso e poi una miriade di problemi legati invece ai pop-up, all'assenza di equivalenti testuali, all'omissione dell'identificazione del linguaggio del documento e tutta un'altra serie di piccole cose.

Tutto ciò diventerà operativo dall'ottobre prossimo, settembre-ottobre, abbiamo già i primi risultati ma non sono ancora pubblici. In compenso prima di chiudere io ne approfitto in maniera sfacciata perché a gennaio noi vogliamo fare delle indagini presso gli stakeholders per cui se vi sentite uno stakeholders che vuol dire che lavorate in una pubblica amministrazione, lavorate in un'agenzia web, quello che volete e volete dare un'occhiata, darci un'opinione su quello che solo le interfacce, i servizi, gli applicativi che stiamo progettando scrivetemi e poi vi farò vedere. Quindi da settembre, dall'autunno prossimo si potranno avere tutti questi report completamente pubblici e disponibili e io direi che mi fermo qui perché temo di aver sforato. Però se qualcuno vuole partecipare all'indagine il mio indirizzo è quello che vedete e l'indirizzo di EIAO, del progetto è invece eiao.net.

(Testo  non rivisto dall’autore)

 

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