SISTEMI INFORMATICI DI SUPPORTO ALLA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DELLA SCRITTURA |
a cura di Dionigi Ioghà Quando parliamo di disturbi della scrittura, intendiamo una somma di comportamenti che investono sia la produzione come atto grafico sia la produzione come atto cognitivo. I comportamenti riferibili alla scrittura come atto grafico coinvolgono diversi sistemi: da quello visuo-percettivo alla coordinazione motoria fine, che risentono molto sia della integrità fisica complessiva del bambino sia dell'esperienza e della ripetizione dei gesti. Il mondo viene scoperto bambino attraverso la sua manipolazione. La scrittura è una delle forme di rappresentazione del mondo più precocemente sviluppata attraverso di tre attività pittografica. Il bambino inizia precocemente a simboleggiare realtà che lo circonda semplificando progressivamente il gesto per rendere essenziale questa rappresentazione. Nello stesso tempo arricchisce la sua rappresentazione fotografica nel disegno inserendo elementi sempre più complessi come i dettagli della forma, la prospettiva e la proporzione tra gli elementi. Contemporaneamente i caratteri alfabetici diventano più regolari e stabili e aggregati in gruppi automatizzati. Di questo aspetto quello che ci interessa è la capacità del bambino di riconoscere rapidamente alcuni elementi formali che permettono di rappresentare la realtà senza dipingerla: il bambino scopre il sistema della scrittura e pur senza saper padroneggiare i caratteri formali ne riconosce il significato e la funzione. Il bambino inserisce latto della scrittura tra le sue prime esperienze di appropriazione: dalla visione globale del gesto, la scrittura viene progressivamente scomposta nei suoi elementi. Il bambino scopre in maniera pressoché autonoma a corrispondenza tra lunghezza del suono della parola e la lunghezza dei caratteri scritti, la presenza di alcune regolarità della ripetizione dei caratteri, e il sistema di scrittura da sinistra verso destra (almeno nella nostra realtà occidentale). Queste operazioni avvengono tra i tre anni e i sei anni di vita sia che vengano attivamente stimolati sia che siano semplicemente esposti a queste funzioni (la scuola materna è una area estremamente ricca di esposizione anche senza fare attività specifica in questa direzione). Alla componente motoria si accompagna un'altra componente legata alle capacità del bambino di rappresentare i suoni. Quando il bambino arriva a fare i primi tentativi di scrittura il linguaggio è ormai una componente ricca della sua quotidianità. Riesce a comunicare e a comprendere gli ordini che gli vengono dati per via orale, usa le parole per descrivere e per denominare, gioca con queste segmentandole e assemblando nuove forme; utilizza correttamente le regole ortografiche e le regole sintattiche come declinazione dei verdi e l'accordo di genere. Il tratto grafico impone al bambino una nuova esperienza: la segmentazione dei segni in unità molto più piccole che non è sempre possibile rappresentare con un suono, ma che anche spesso assumono un suono diverso in base alla loro composizione con segni grafici. La lingua italiana è molto semplificata da questo punto di vista offrendo un rapporto diretto pressoché totale tra suono e segno. In verità vi sono ugualmente delle ambiguità legate ad alcune consonanti che modificano i loro suono con la presenza di una vocale rispetto ad un'altra. Questa capacità di segmentare impone al bambino un lavoro
contemporaneo per tenere insieme la veste grafica della parola e il suo significato; da
questa doppia funzione derivano due tipi di disturbi uno legato alla componente grafica e
una condizionata dalla rappresentazione dei suoni che il bambino ha. Vorrei proporre quindi due metodi: il primo supporta il bambino
nella scrittura attraverso la ripetizione dei suoni che sta affrontando; un secondo metodo
che permette al bambino di ri-esplorare il testo scritto confrontando la sua ipotesi
fonologica con quella detta dal computer attraverso un programma di sintesi vocale. La naturale evoluzione di questo sistema è verso due forme di controllo ortografico: dapprima utilizzando un correttore ortografico informatico ormai molto diffuso in tutti i programmi di video scrittura, poi utilizzando la sintesi vocale per leggere il prodotto finale della scrittura del bambino. Il primo metodo soffre delle incompletezza nei sistemi di intelligenza artificiale che non riescono accogliere alcuni errori non legati alla struttura ortografica della parola ma al fatto che la parola partecipa ad un contesto frase (<la casa è bello> non viene considerato un errore malgrado il mancato accordo di genere). Ha il grosso vantaggio di dare però al bambino una notevole autonomia nel controllo del testo. Il secondo metodo permette bambino di sentire qualcuno che legge il suo testo: questo qualcuno è un elemento neutro come un computer. Utilizzando la sintesi vocale un bambino può confrontare la stringa fonologica che ha cercato di produrre con quella che ha prodotto; il fatto che la sintesi vocale non abbia un pronuncia perfetta non è particolarmente importante, in questa situazione è invece importante il fatto che il computer riesca a leggere il testo del bambino qualunque esso sia (errori compresi) senza nessun tono nè di ironia nè di disapprovazione. In pratica è come avere un lettore che suggerisce la parola affinché possiamo scriverla meglio, una sorta di alleato nella lotta contro gli errori. Il modulo di sintesi vocale è un modulo commerciale utilizzabile con una comune scheda audio ormai inserita in tutti computer dell'ultima generazione. Il modulo di dettatura e stato da noi prodotto utilizzando una semplice registrazione in formato digitale della voce umana. Il programma di controllo ortografico è ormai presente in tutti sistemi di video scrittura con una discreta accuratezza per quel che riguarda la ricchezza del lessico. Per informazioni: Laboratorio Ausilii |